Il nodo Palermitano della Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro con questo blog intende creare uno spazio libero di informazione di classe aperto a tutti coloro che ((consapevoli della continua strage di lavoratori morti sul e per il lavoro)) vogliano contribuire alla lotta -- BASTA MORTI E INFORTUNI IN NOME DEL PROFITTO T -- PADRONI ASSASSINI PAGHERETE CARO . PADRONI ASSASSINI PAGHERETE TUTTO -- per un contatto diretto 338-3342733 o 338- 7708110 oppure retesicurezzalavorosicilia@gmail.com

domenica 27 gennaio 2013

Si intensifica la repressione poliziesca contro i No Muos in lotta


Sicilia: la repressione contro i No Muos

Sicilia: la repressione contro i No Muos
ROMA - Ieri le forze dell’ordine hanno effettuato perquisizioni, identificazioni e notificazioni di fogli di via, nei confronti degli attivisti No Muos presenti al presidio di Niscemi. Anche le mamme, che si erano attivate per fare i blocchi, hanno subito un trattamento indecente.

26/01/2012

Dal Comitato NO MUOS Niscemi

E la repressione alza il tiro...Questa mattina le forze dell'ordine hanno effettuato PERQUISIZIONI, BLOCCHI, IDENTIFICAZIONI nei confronti degli attivisti presenti al presidio. Anche le mamme, che si erano attivate per fare i blocchi e le barricate, erano presenti e hanno subito un trattamento indecente. Sono stati NOTIFICATI INOLTRE 5 FOGLI DI VIA AI COMPAGNI DEL PRESIDIO! 
Esprimiamo MASSIMA SOLIDARIETA' AI COMPAGNI e denunciamo un accanimento delle forze dell'ordine contro il presidio e tutto ciò che questo rappresenta in difesa di interessi che non sono quelli dei cittadini! 
RESISTEREMO, ORA E SEMPRE...

Sicilia: 5 operai delle ferrovie uccisi dall' amianto- rinvio a giudizio per 11 ex dirigenti assassini


25/01/2013 -

ERANO IN SERVIZIO TRA GLI ANNI 80 E 90. SONO ACCUSATI 
DI OMICIDIO COLPOSO NEI CONFRONTI DI CINQUE OPERAI 
CHE LAVORARONO CON MATERIALI IN AMIANTO E CHE 
MORIRONO PER TUMORE AI POLMONI


 
PALERMO. La Procura ha chiesto al gup Marina Petruzella il rinvio a giudizio di undici ex dirigenti delle Ferrovie in servizio in Sicilia tra gli anni Ottanta e Novanta, indagati con l'accusa di omicidio colposo nei confronti di cinque operai che maneggiarono materiali in amianto e che
morirono successivamente a causa di tumori ai polmoni.

Rischiano il processo Giovanni Coletti, ex direttore generale dell'azienda autonoma Ferrovie dello Stato tra il 1985 e il 1989, Leonardo Vivona, dirigente responsabile del deposito locomotive tra il 1990 e 1999, e i capiofficina che si sono succeduti dal 1974 al 1994: Lucio Lombardi, Tommaso Giovenco, Francesco La Ferrera, Isidoro Scianna, Giuseppe Fuschi, Francesco Di Maio, Roberto Renna, Francesco Barbarotta e Giampiero Cardinale.

I familiari delle vittime si sono costituiti parte civile, come l'Inail e la Cgil. Il processo è stato rinviato al 15 marzo. 

http://www.gds.it/gds/edizioni-locali/palermo/dettaglio/articolo/gdsid/237698/

mercoledì 16 gennaio 2013

No Muos, contro il radar della morte lotta delle popolazioni più che legittima


Solidarietà ai manifestanti caricati dalla polizia a difesa del passaggio della gru che solleverà le parabole del MUOS , che si sono scagliati contro i tanti che legittimamente protestavano e resistevano per un diritto inalienabile quale quello alla  salute dell'ambiente, ad una vita sicura delle popolazioni.
Se per il governo "al servizio" degli USA la vita delle popolazioni locali non vale nulla mentre contano solo gli interessi geostrategici/militari, legittimo e necessario è lottare e combattere fino in fondo

Rete Nazionale per la Sicurezza sui posti di lavoro e sul territorio - Nodo di Palermo



NO Muos

Ricondivisa, grazie per la solidarietà!

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NO MUOS, LIPU: "Rischi per la salute e la natura"

SICILIA, PROTESTE CONTRO IL SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONI “MUOS”.
LIPU: “GRAVI RISCHI PER LA SALUTE UMANA, LA SICUREZZA
E IL PATRIMONIO NATURALISTICO”
Comitati e associazioni, abitanti contro la costruzione
del potentissimo sistema statunitense di telecomunicazione satellitare militare
nel cuore della Riserva Naturale Orientata "Sughereta di Niscemi" (CL)

“Temiamo gravi rischi per la salute dell’uomo, per la sicurezza e l’ambiente”. E’ l’allarme lanciato dalla LIPU-BirdLife Italia riguardo il “MUOS” (Mobile User Objective System), il progetto militare di telecomunicazioni della Marina militare Usa in fase di realizzazione in Sicilia a Niscemi, in provincia di Caltanissetta.

L’impianto, uno dei quattro progettati a livello mondiale dalla marina statunitense, sorgerà nel cuore della Riserva naturale Orientata “Sughereta di Niscemi”, tra le querce secolari dell’ultima foresta mediterranea della Sicilia centro-meridionale. Il progetto, contro il quale stanno lottando in questi giorni comitati di cittadini e associazioni ambientaliste, prevede tre grandi antenne paraboliche dal diametro di oltre 18 metri per le trasmissioni verso i satelliti geostazionari e due trasmettitori elicoidali in banda UHF (altissima frequenza), di 149 metri d’altezza, per il posizionamento geografico.
Il terminale ha il compito di assicurare il funzionamento della complessa rete satellitare in grado di controllare e gestire tutte le forze armate Usa attive sul pianeta.

Come denunciato un anno fa dal Politecnico di Torino, incaricato dal Comune di Niscemi di valutare i rischi dell’impianto, sono gravi i rischi per la natura e per l’uomo, dalla sicurezza aerea all’esposizione della popolazione ai fasci di microonde, che, oltre a essere pericolosi e potenzialmente letali entro il raggio di un chilometro, sono in grado di interferire con aeromobili distanti decine di chilometri, oltre che con il vicino aeroporto di Comiso, prossimo all’apertura. Secondo il Politecnico “sono tutt’altro che remote le ipotesi di incidenti aerei ed è incomprensibile come ciò non sia stato preso in considerazione dagli studi progettuali”. Il fascio di onde potrebbe interferire in modo grave anche con apparecchiature mediche come pacemaker, defibrillatori, apparecchi acustici e attrezzature ospedaliere.

Non sono meno gravi gli effetti negativi sulla natura, in parte già messi in atto con la distruzione di ampie zone a macchia mediterranea. La Riserva Sughereta di Niscemi, designata anche come Sito di Interesse Comunitario (SIC), è un ambiente di straordinario valore naturalistico, in quanto ospita oltre 500 specie di piante, due delle quali incluse nella lista rossa regionale siciliana, e ben 123 specie di uccelli, tra cui molte specie protette (grillaio, ghiandaia marina, occhione). Inoltre, la presenza di ampie vallate permette un facile corridoio migratorio per specie importanti, quali capovaccaio, albanella pallida, biancone.
All’interno della base è stata documentata la distruzione di zone a macchia mediterranea e si è così interrotto il processo di successione ecologica che stava portando al naturale ripristino di aree un tempo disboscate.
Inoltre, non si conoscono completamente gli effetti che le onde elettromagnetiche potranno creare sia sulle popolazioni umane che su un ecosistema così delicato. Gli esperti sono preoccupati del disorientamento degli insetti impollinatori con danni alla flora spontanea e all’agricoltura locale, mentre gli zoologi temono gli effetti negativi del fascio di onde sugli uccelli migratori.

http://lipuniscemi.blogspot.it/

venerdì 11 gennaio 2013

Battaglia per la salute e sicurezza al Policlinico di Palermo


SANITA'. L'accusa dei Cobas: “Solo 98 addetti, nel 2011 erano 300”. La Regione chiede una verifica al neo commissario

“Policlinico sporco e pericoloso”
Un esposto la prima grana per Li Donni

Problema da affrontare per il neo commissario. Per Slai Cobas “98 unità di personale” per fronteggiare, “893 posti letto, 265 ambulatori, 2200 lavoratori e un migliaio di medici”.

“Il Policlinico è sporco e pericoloso per la salute dei pazienti, le sale operatorie sono abbandonate alla sporcizia e non disinfettate”: troppo pochi i pulizieri e gli addetti alla sanificazione, “solo 98 – scrive lo Slai Cobas in un esposto alla Procura della Repubblica – mentre nel luglio del 2011 erano 300”. dal sindacato alla Procura, e anche all'assessorato regionale alla Sanità di Lucia Borsellino, che prende atto e scrive al commissario straordinario del Policlinico. C'è l'invito dell'assessorato al commissario straordinario “a verificare, a inviate una dettagliata relazione”. Il commissario straordinario è appena arrivato, si è insediato alle 15,30, è Renato Li Donni, e prende atto del problema. “Ci sono criticità ma non entro nel merito nella qualità dei modelli organizzativi finora messi in atto, c'è certamente il problema dell'Azienda Policlinico a muoversi nell'ambito di risorse ridotte”. Problema da affrontare subito per il neo commissario Li Donni. Firmato dal coordinatore provinciale di Slai Cobas Domenica Sciortino, l'esposto in Procura riporta d'attualità il conflitto per l'appalto delle pulizie e la lunga vertenza per l'attribuzione che oggi – da novembre 2012 – è affidata all'azienda Pfe spa dopo un braccio di ferro con l'ex titolare dell'appalto.
Un posto da evitare, il Policlinico, “98 unità di personale” per fronteggiare una emergenza igienico sanitaria gigantesca, “893 posti letto, 265 ambulatori 2.200 lavoratori, un migliaio di medici. I sopralluoghi effettuati dal Servizio di prevenzione e sorveglianza delle infezioni ospedaliere confermano la nostra denuncia”.
“Nella sala parto di ginecologia e ostetricia, prima dell'inizio delle sedute operatorie non viene effettuata la disinfezione del pavimento e delle altre superfici, al termine dell'intervento non si rimuovono i rifiuti, né il lavaggio né disinfezione del pavimento”. Camere di degenza, ed è peggio. Non si disinfetta niente. Zone particolarmente a rischio, per Slai Cobas, “Ginecologia, Dermatologia, Ortopedia, Chirurgia oncologica e d'urgenza, Oculistica, Emodinamica”. “La logica del risparmio sulla pelle dei malati, utenti e lavoratori, è inammissibile, la salute e la sicurezza in ospedale (dove ci si reca per essere curati e non per morire) sono un diritto sancito dalla Costituzione”.
E il sindacato chiama in causa per nome e cognome tutti i vertici del Policlinico e chiede alla Procura, “ove sussistano gli estremi di reato, il loro rinvio a giudizio”.

Giornale di Sicilia
11 gennaio 2013