Il nodo Palermitano della Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro con questo blog intende creare uno spazio libero di informazione di classe aperto a tutti coloro che ((consapevoli della continua strage di lavoratori morti sul e per il lavoro)) vogliano contribuire alla lotta -- BASTA MORTI E INFORTUNI IN NOME DEL PROFITTO T -- PADRONI ASSASSINI PAGHERETE CARO . PADRONI ASSASSINI PAGHERETE TUTTO -- per un contatto diretto 338-3342733 o 338- 7708110 oppure retesicurezzalavorosicilia@gmail.com

lunedì 19 maggio 2014

Palermo Un altro operaio vittima dei padroni assassini!

tratto da http://proletaricomunisti.blogspot.it/2014/05/un-altro-operaio-vittima-dei.html

Un'altra vita distrutta dal profitto omicida del capitale dinnanzi alla quale 
sempre più indecente è l'ipocrisia delle istituzioni borghesi con i falsi cordogli 
verso i familiari nel momento del tragico dolore ma che già all'indomani 
 non hanno alcuno scrupolo ad andare avanti con le politiche 
di attacco e peggioramento alle  condizioni lavorative  in fabbrica e 
nei posti di lavoro con la marcia complicità e collusione dei sindacati 
confederali dagli "annunci" e "impegni" proclamati ogni volta che muore
 un operaio per mettersi momentaneamente "la coscienza a posto" per 
poi continuare a  svendere la vita di operai e lavoratori.

Contro il sistema del capitale assassino una sola soluzione la rivoluzione!


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LAVORO:MORTO OPERAIO USTIONATO A PALERMO AI CANTIERI NAVALI

ERA RICOVERATO DA QUATTRO GIORNI NELL'OSPEDALE CIVICO

(ANSA) - PALERMO, 17 MAG - E' morto Alessandro Di Trapani, 41 anni, l'operaio della Tesim rimasto ustionato martedì scorso nel corso dei lavori di manutenzione nel bacino dell'Adorno a Palermo, sulla Motonave Cossyra della società Traghetti delle Isole. L'operaio è stato ricoverato nel reparto di prima rianimazione dell'ospedale Civico. Aveva ustioni nell'80 per cento del corpo.

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E' morto questa mattina nell'ospedale civico di Palermo Alessandro Di Trapani, l'operaio gravemente ustionato quattro giorni fa nell'incendio divampato sulla nave Cossyra, in bacino per interventi di manutenzione. Il sindaco Leoluca Orlando ha inviato un messaggio di cordoglio e solidarietà ai familiari: "Sono a sarò con voi -ha scritto tra l'altro- perchè sia fatta verità e giustizia per questa terribile tragedia che ha colpito la vostra famiglia". Ieri il sindaco si era recato in ospedale per parlare con i familiari e informarsi sulle condizioni dell'operaio vittima dell'incidente sul lavoro.

La Fiom Cgil si costituirà parte civile nel processo. "La battaglia per la sicurezza sul lavoro va condotta in tutti i modi possibili affinchè incidenti come quello accaduto ad Alessandro non accadano più - dicono il segretario Fiom di Palermo Francesco Piastra e il rappresentante del sindacato Cgil al Cantiere navale Francesco Foti - Per questo motivo ci costituiamo parte civile".

La Cgil chiederà al prefetto di convocare una riunione con la capitaneria di porto, l'autorità portuale e il sindaco di Palermo "affinchè si faccia un accertamento su tutte le aziende presenti nell'area portuale sul piano della sicurezza sul lavoro e della legalità". (La Repubblica)

martedì 13 maggio 2014

Scoppia un incendio nella nave in riparazione, un ferito ai cantieri navali

Il rogo è scoppiato nel vano motori della nave, l'operaio è rimasto ustionato. Sul posto numerose squadre dei vigili del fuoco. Indagini della capitaneria di porto per stabilire le cause dell'incendio.
Un incendio è scoppiato a bordo di una nave mercantile, la Cossyra,in riparazione ai Cantieri navali. Il rogo ha avuto inizio nel vano motori e lo scoppio ha investito un operaio dell'indotto, un elettricista palermitano, quarantenne, che lavora all'interno di Fincantieri e che è stato trasportato prima al trauma center dell'ospedale Villa Sofia. L'operaio ha subito ustioni di terzo grado nel 75 per cento del corpo. Un altro operaio, ferito lievemente, è stato soccorso e trasportato anche lui in ospedale: per lui solo un'intossicazione per il fumo.

L'incendio ha interessato il vano motore del mercantile, che è lungo 80 metri, ed è della "Traghetti delle isole". Le indagini sono della capitaneria di porto. L'imbarcazione si trova nel cantiere Adorno. L'incendio è stato domato nel primo pomeriggio ma per l'alta temperatura della nave non è possibile fare ispezioni.

Da una prima ricostruzione gli operai stavano lavorando sulla nave, che era impiegata per il tratto Trapani-Pantelleria, accanto a una cassa di nafta. All'improvviso l'esplosione. Tra i feriti anche un vigile del fuoco che è caduto durante le operazioni di spegnimento, ferendosi alla schiena. 

In merito all’incendio verificatosi oggi a Palermo nell’area in concessione dall’autorità portuale ad un’altra società, adiacente al cantiere di Fincantieri, l’azienda precisa la propria piena e estraneità ai fatti, pur avendo garantito la massima collaborazione per le operazioni di soccorso alla Croce Rossa e ai Vigili del Fuoco, che per mere questioni di accessibilità all’area interessata sono transitati attraverso lo stabilimento Fincantieri.

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/05/13/news/scoppia_un_incendio_nella_nave_in_riparazione_un_ferito_ai_cantieri_navali-86007214/

lunedì 12 maggio 2014

Veleni a Fincantieri, chieste pene per vent'anni

Requisitoria. Per la Procura quattro dirigenti sarebbero responsabili di dieci tra morti bianche e malattie


Veleni a Fincantieri, chieste pene per vent'anni


dieci tra morti bianche e malattie gravissime rimediate sul lavoro, dieci lavoratori della Fincantieri vittime del mesotelioma pleurico, malattia respiratoria provocata dall'inalazione di amianto: tre dirigenti della società rischiano ora pesanti condanne, chiese ieri dai pm Claudia Bevilacqua e Claudia Ferrari al giudice monocratico della terza sezione del tribunale, Fabrizio La Cascia. Con loro anche Giovanni Revello Lami, rappresentanti di una delle aziende che lavorano ai Cantieri, la Wartsilia Italia. Le pene richieste sono di sei anni. Ciascuno per Luciano Lemetti e Giuseppe Cortesi e di cinque anni per Antonino Cipponeri. Due anni invece per Revello Lami, che risponde solo di uno dei capi d'imputazione contestati nel processo, CIOè della morte di un operaio, Domenico Verducci.
La parola passa ora alle parti civili, in gran parte rappresentate dall'avvocato Fabio Lanfranca, e ai difensori, gli avvocati Mattero Pagano e Alberto Sbacchi. Probabilmente in autunno la sentenza. Il processo riguarda la fine di Mario Lo Piccolo, deceduto ili 12 aprile 2003, Domenico Verducci, scomparso il 26 gennaio 2007, Cono Cangemi, morto il 22 agosto 2007, Francesco Carrozza (24 agosto 2008), Salvatore Cocchiara (16 febbraio 2009), e le lesioni gravissime subite da chi si ammalò: Carlo A., Antonino G., liborio A., Antonino D'A., Carmelo L.G.
Cinque morti, cinque malati gravi: tutto, secondo la ricostruzione dei pm (già ritenuta fondata da altri giudici, sempre con riferimento agli stessi tre imputati principali), fu dovuto all'amianto utilizzato sulle parti di nave realizzate ai Cantieri navali. Un materiale assassino, che doveva essere utilizzato con precauzioni rigorosissime, hanno affermato nel tempo i giudici, perché la sua pericolosità era nota da tempo: addirittura ne parlava il regio decreto 14 giugno 1909 numero 442, in tema di “lavori ritenuti insalubri per donne e fanciulli”. E la malattia tipica, l'asbestosi, è conosciuta fin dai primi del '900 e inserita nelle malattie professionali da una normativa di oltre settant'anni fa, la legge 12 aprile 1943, numero 455. le malattie si manifestano comunque a distanza di anni da quando vengono contratte. E la prescrizione del reato di omicidio colposo inizia a decorrere dal momento del decesso.


Il giornale di Sicilia

10 maggio 2014