Il nodo Palermitano della Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro con questo blog intende creare uno spazio libero di informazione di classe aperto a tutti coloro che ((consapevoli della continua strage di lavoratori morti sul e per il lavoro)) vogliano contribuire alla lotta -- BASTA MORTI E INFORTUNI IN NOME DEL PROFITTO T -- PADRONI ASSASSINI PAGHERETE CARO . PADRONI ASSASSINI PAGHERETE TUTTO -- per un contatto diretto 338-3342733 o 338- 7708110 oppure retesicurezzalavorosicilia@gmail.com

sabato 7 aprile 2018

Nelle aziende siciliane un incidente fatale ogni 7 giorni... ma non si tratta di "lavoro che uccide", ma di sistema capitalistico e padroni assassini


Quando il lavoro uccide, la Spoon River delle vittime

Nelle aziende siciliane un incidente fatale ogni 7 giorni
Le sorti di chi è morto per guadagnarsi uno stipendio

Le chiamano morti bianche, ma di bianco hanno ben poco. Portano con sé il rosso del sangue versato in un cantiere e il nero nel cuore dei parenti. Gaetano il marinaio, Alessio l’elettricista, Antonio il poliziotto sono volti e storie che stanno strette nelle statistiche. Brandelli di ricordi li fanno emergere dal silenzio di una strage quotidiana che soltanto nel 2017 ha causato in Sicilia 51 morti, più o meno uno alla settimana. La cis e il comune hanno voluto onorarli ieri a Palermo, istituendo la prima giornata delle vittime del dovere. A piantare un albero a villa Trabia per ricordare i tanti morti sul lavoro c’era cinzia D’oca, la moglie dell’operaio Giovanni Mannino, morto a 41 anni mentre lavorava al cantiere del tram di Palermo. Il suo sguardo si è spento da quel maledetto 9 aprile 2013. Due figli da crescere e quel marito sol sorriso stampato sempre sul volto e le sigarette diana in tasca non più a fianco. Giovanni aveva lavorato come muratore fin quando arrivò l’occasione: un posto nel cantiere del tram. “Quando andò a parlare con geometra per chiedere di poter essere assunto, ci andò con mio figlio. Adesso il ragazzo ha 17 anni e da grande vuole fare proprio il geometra”, dice piangendo la signora Cinzia.
Di giorni maledetti ce n’è tanti nel calendario delle vittime del dovere. Un cerchio circonda la data del 3 ottobre 2002. Piovigginava e tirava un vento freddo. L’infermiere rianimatore salvatore Guastella aveva finito il suo turno al 118 e guidava la sua auto su viale Regione Siciliana, sul sedile del passeggero c’era un mazzo di fiori da regalare alla moglie per l’anniversario del matrimonio che avrebbero festeggiato il giorno dopo nella loro casa di Altofonte. All’altezza di villa Tasca il destino gliel’ha impedito. C’era stato un incidente, lui ha accostato, ha attraversato la strada e una Bmw l’ha travolto.