Avevano lavorato per trent'anni sulle
carrozze dei treni rivestite con fibre in amianto. In cinque, tra il
2007 e il 2009, morirono per mesotelioma pleurico, uno dei tumori più
aggressivi alle vie respiratorie. Tutti erano stati operai e
macchinisti che avevano lavorato sulle carrozze dal 1974. Adesso in
dieci, tra dirigenti e capiofficina delle Ferrovie dello Stato,
finiscono sotto processo con l'accusa di omicidio colposo. A
rinviarli a giudizio è stata ieri, dopo un'udienza densa di momenti
di nervosismo, il giudice Marina Petruzzella. La richiesta è stata
avanzata dal pm Vania Contrafatto. I parenti delle vittime, assistite
dagli avvocati Camillo e Marco Traina, Rosario Imbergamo e Salvatore
Sodaro, hanno già chiesto un risarcimento di un milione e mezzo a
famiglia. Loro, l'Inail e la Cgil si sono costituiti parte civile in
giudizio.
Gli imputati del primo processo a
Palermo per amianto contro le Ferrovie dello Stato, oggi Trenitalia,
sono Giovanni Colletti, ex direttore generale dell'azienda tra il
1985 e il 1989, Leonardo Vivona, dirigente responsabile del deposito
locomotive tra il 1990 e il 1999, e i capiofficina che si sono
succeduti dal 1974 al 1994: Lucio Lombardi, Tommaso Giovenco,
Francesco la Ferrera, Isidoro Scianna, Giuseppe Fuschi, Roberto
Renna, Francesco Barbarotta e Giampiero Cardinale. Un altro dei
capiofficina, Francesco Di Maio, è morto durante le indagini.
Ieri tre periti, incaricati dal
giudice, Nunzia Albano, Defendino Corbo e Gesualdo La Paglia, hanno
presentato in aula i risultati dei loro studi. “Anche cambiare una
lampadina su quelle carrozze significava esporsi all'amianto. Dagli
anni Novanta è iniziata la decontaminazione delle carrozze, alla
quale parteciparono le cinque vittime, ma che non è mai stata
ultimata”, hanno scritto i consulenti.
Francesco Pino, Carlo Vassallo, Pietro
Norrito, Andrea Benedetto Scalia e Francesco Saverio Tarantino non
arrivarono a 60 anni. In tre avevano prestato servizio all'ex
deposito delle locomotive, uno era operaio aggiustatore e un altro
ancora meccanico. L'indagine ha preso le mosse dalle segnalazioni
dell'Asp che, nel corso degli anni, ha registrato un numero sempre
crescente di ammalati per mesotelioma.
La Repubblica Palermo
19 luglio 2013
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