Il nodo Palermitano della Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro con questo blog intende creare uno spazio libero di informazione di classe aperto a tutti coloro che ((consapevoli della continua strage di lavoratori morti sul e per il lavoro)) vogliano contribuire alla lotta -- BASTA MORTI E INFORTUNI IN NOME DEL PROFITTO T -- PADRONI ASSASSINI PAGHERETE CARO . PADRONI ASSASSINI PAGHERETE TUTTO -- per un contatto diretto 338-3342733 o 338- 7708110 oppure retesicurezzalavorosicilia@gmail.com

mercoledì 30 gennaio 2019

La strage di operai aumenta nel 2018, 1.133 dice l'Inail e anche il 2019 comincia con morti, feriti, invalidi… le ultime dalla Sicilia

Operaio bagherese muore in un incidente sul lavoro
Giovedì 24 Gennaio 2019, 18:27 
Dopo pochi minuti avrebbe finito di lavorare e sarebbe tornato a casa. E invece ha perso la vita.
E’ morto sotto una grossa balla di carta pressata un uomo di 64 anni, Antonio Puleo, residente a Bagheria. L’uomo si trovava all’interno dell’Oasi ecologica che sorge nel territorio di Santa Flavia, in via Vallone de Spuches, la strada che collega Bagheria con Casteldaccia.
Secondo una prima ricostruzione, l’incidente sarebbe avvenuto, intorno alle 16,30, poco prima della fine del turno lavorativo,  nell’area in cui vengono smistati i rifiuti della raccolta differenziata.
Puleo è stato travolto dalla balla di carta del peso di circa 700 chilogrammi.
I primi soccorsi sono stati prestati dai colleghi dell’uomo che hanno subito chiamato il 118.
I soccorsi sono arrivati tempestivamente, ma i sanitari non hanno potuto fare altro che certificarne la morte.
http://www.lavocedibagheria.it 


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A Geraci Siculo un operao di 40 anni perde il braccio rimasto incastrato in un macchinario...
Gds 29.1.19

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Inail: 1.133 infortuni mortali nel 2018
Denunce in aumento, anche per le malattie professionali

sabato 26 gennaio 2019

ILVA TARANTO - La Corte di Strasburgo condanna l'Italia per emissioni tossiche. comunicato

Riceviamo e pubblichiamo

Padroni Ilva - governi, compreso l'ultimo fascio-populista e ingannapopolo Di Maio/Salvini colpiti dalla sentenza - anche se essa non ha una conseguenza diretta.Ora bisogna fare entrare
questo parere nel Processo AMBIENTE SVENDUTO e deve servire a operai e cittadini per aprire lo scontro con i nuovi padroni indiani MITTAL perchè vengano imposte misure ordinarie e straordinarie a difesa di salute, ambiente e lavoro e cancellata l'immunità penale.
Rete nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e territorio
Slai Cobas per il sindacato di classe Taranto
Convegno nazionale a Taranto il 13 marzo
info slaicobasta@gmail.com - 3475301704
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Da corriere di Taranto
E' stata appena pubblicata la Sentenza emessa dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nel Procedimento n. 54414/13 (F. Cordella ed altri contro Italia).
L’iniziativa è stata promossa, nel 2013, da 182 tarantini, in due diversi momenti.
La Corte ha poi accorpato la trattazione delle due istanze.

I ricorrenti hanno accusato lo Stato italiano di non aver adottato tutti gli strumenti giuridici e normativi necessari per garantire la protezione dell’ambiente e della salute dei tarantini ma, al contrario, le leggi emanate e susseguitesi nel tempo, hanno avuto il preciso scopo di tutelare, esclusivamente, gli interessi dell’Ilva, così le disposizioni della Convenzione Europea dei Diritti Umani di cui agli articoli n. 2 
(nella parte in cui dispone che “il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge. Nessuno può essere intenzionalmente privato della vita, salvo che in esecuzione di una sentenza capitale pronunciata da un tribunale, nel caso in cui il reato sia punito dalla legge con tale pena”), n. 8 (nella parte in cui dispone che “ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio”), e n. 13 (nella parte in cui dispone che “ogni persona i cui diritti e le cui libertà riconosciuti nella presente Convenzione siano stati violati, ha diritto a un ricorso effettivo davanti a un’istanza nazionale”).
Una logica già ampiamente condannata dalla popolazione tarantina, soprattutto alla luce dei risultati degli studi scientifici (tra gli altri, lo studio “Sentieri” dell’Istituto Superiore di Sanità) e delle perizie chimico-ambientale ed epidemiologica realizzate dagli esperti incaricati dal Giudice per le Indagini Preliminari, dott.ssa Patrizia Todisco, agli inizi dell’inchiesta sull’Ilva, nel corso dell’incidente probatorio nel procedimento penale “Ambiente Svenduto”.
Alla Corte Europea è stato chiesto di riconoscere, ai tarantini, il loro diritto di vivere in un ambiente salubre. Con la decisione odierna la Prima Sezione della Corte ha riconosciuto la giusta richiesta dei tarantini, dichiarando la violazione degli articoli 8 e 13 da parte dell’Italia. Ad una prima lettura, la CEDU condanna l’Italia a risarcire a ciascuno dei ricorrenti con 5mila euro. Tutta da leggere la sentenza (che vi proponiamo integralmente in questo link: SENTENZA CEDU), che pare non possa cambiare lo stato delle cose, ma certamente – ripetiamo, a un primissimo commento – c’è una condanna morale su come i nostri governanti hanno agito salvaguardando prima di tutto il profitto industriale, trascurando così il diritto alla salute dei tarantini e dell’intero territorio.

mercoledì 9 gennaio 2019

PATTO PER LA FABBRICA: CONCERTAZIONE PADRONALE ANCHE SULLA SICUREZZA SUL LAVORO - Un contributo

NE PUBBLICHIAMO STRALCI

di Dante De Angelis (*)

...Si tratta del recentissimo Accordo Interconfederale in materia di salute e sicurezza sul lavoro, denominato anche “Patto per la fabbrica”.
Rappresenta una spinta ulteriore verso il “monopolio confederale” e sancisce la “concertazione sindacale”, con una visione quasi proprietaria ed esclusivista della rappresentanza, anche sui temi della tutela della salute e della sicurezza del lavoro, ambiti di rilevanza costituzionale che erano rimasti fino ad oggi parzialmente immuni da questo accentramento di ruoli. Il documento è molto complesso e necessita quindi di accurati approfondimenti. Temo tuttavia che, oltre le buone intenzioni e le frasi ad effetto, l’azzeramento delle differenze di punti di vista e l’occultamento del sano e fisiologico “contrasto di interessi” tra il lavoro e l’impresa, rappresenti un elemento di sostanziale arretramento delle tutele.

L’accordo – assieme ad alcune considerazioni ovvie e condivisibili – contiene affermazioni, dichiarazioni di intenti, ed indirizzi molto meno apprezzabili. Mi pare sbilanciato a favore delle imprese e di quel grigio mondo della cosiddetta “bilateralità”, percepito sempre molto lontano dalla realtà quotidiana di chi lavora. Contiene anche alcuni aspetti poco chiari e quindi insidiosi sulla responsabilità penale in materia di malattie professionali e l’inglobamento del RLS nella RSU e quindi nelle logiche di Organizzazione.

Morti sul lavoro: anche nel nuovo anno continua la strage di operai

Aveva 28 anni, sposato e con due figli, ed è morto nella ditta in cui lavorava, la Medical Gas a causa dello scoppio di una bombola di ossigeno e si aggiunge purtroppo al lunghissimo elenco del 2018

La morte di Massimo Aliseo: due indagati
  • 7 gennaio 2019
  • AgrigentoOggi.it
Sviluppi nella vicenda dell’incidente mortale alla Medical Gas” dello scorso 2 gennaio, incidente dove ha perso la vita un operaio della stessa società, Massimo Aliseo, 28 anni, di Agrigento.
Secondo fonti stampa locale, la Procura della Repubblica ha infatti iscritto due persone nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di omicidio colposo.
Si tratterebbe di due figure legate all’impresa che si occupa di gas medicali la cui iscrizione nel registro delle persone indagate sarebbe un atto dovuto per dare loro la possibilità di partecipare all’esame autoptico disposto dai magistrati che stanno indagando sulla vicenda.

REPORT MORTI SUL LAVORO NELL’INTERO 2018

Da Carlo Soricelli
mercoledì 2 gennaio 2019
Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
Curatore Carlo Soricelli
Sono 703 i morti sui luoghi di lavoro (tutti registrati in apposite tabelle Excel). Con i morti sulle strade e in itinere, considerati dallo Stato e dall’INAIL come morti sul lavoro arriviamo a oltre 1450 lavoratori morti per infortuni. Mai stati così tanti da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto
l’Osservatorio, che monitora in appositi file tutti i morti sui luoghi di lavoro, anche i non assicurati INAIL e tutti quelli che non dispongono di un’assicurazione. Ogni giorno, da quell’anno i lavoratori morti sul lavoro sono stati registrati per anno, mese e giorno della tragedia, identità, luogo e provincia dell’infortunio mortale, professione, età e nazionalità della vittima. Da quell’anno, con oltre 15000 morti sul lavoro è come se fossero spariti gli abitanti di una cittadina come Sasso Marconi.  Rispetto al 2017 registriamo un aumento del 9,7%. Rispetto al 2008 registriamo un aumento del 9,4% (e tutti gli anni parlano di cali inesistenti).