Requisitoria. Per la Procura quattro dirigenti sarebbero
responsabili di dieci tra morti bianche e malattie
Veleni a Fincantieri, chieste pene per vent'anni
dieci tra morti bianche e malattie gravissime rimediate sul
lavoro, dieci lavoratori della Fincantieri vittime del mesotelioma
pleurico, malattia respiratoria provocata dall'inalazione di amianto:
tre dirigenti della società rischiano ora pesanti condanne, chiese
ieri dai pm Claudia Bevilacqua e Claudia Ferrari al giudice
monocratico della terza sezione del tribunale, Fabrizio La Cascia.
Con loro anche Giovanni Revello Lami, rappresentanti di una delle
aziende che lavorano ai Cantieri, la Wartsilia Italia. Le pene
richieste sono di sei anni. Ciascuno per Luciano Lemetti e Giuseppe
Cortesi e di cinque anni per Antonino Cipponeri. Due anni invece per
Revello Lami, che risponde solo di uno dei capi d'imputazione
contestati nel processo, CIOè della morte di un operaio, Domenico
Verducci.
La parola passa ora alle parti civili, in gran parte rappresentate
dall'avvocato Fabio Lanfranca, e ai difensori, gli avvocati Mattero
Pagano e Alberto Sbacchi. Probabilmente in autunno la sentenza. Il
processo riguarda la fine di Mario Lo Piccolo, deceduto ili 12 aprile
2003, Domenico Verducci, scomparso il 26 gennaio 2007, Cono Cangemi,
morto il 22 agosto 2007, Francesco Carrozza (24 agosto 2008),
Salvatore Cocchiara (16 febbraio 2009), e le lesioni gravissime
subite da chi si ammalò: Carlo A., Antonino G., liborio A., Antonino
D'A., Carmelo L.G.
Cinque morti, cinque malati gravi: tutto, secondo la ricostruzione
dei pm (già ritenuta fondata da altri giudici, sempre con
riferimento agli stessi tre imputati principali), fu dovuto
all'amianto utilizzato sulle parti di nave realizzate ai Cantieri
navali. Un materiale assassino, che doveva essere utilizzato con
precauzioni rigorosissime, hanno affermato nel tempo i giudici,
perché la sua pericolosità era nota da tempo: addirittura ne
parlava il regio decreto 14 giugno 1909 numero 442, in tema di
“lavori ritenuti insalubri per donne e fanciulli”. E la malattia
tipica, l'asbestosi, è conosciuta fin dai primi del '900 e inserita
nelle malattie professionali da una normativa di oltre settant'anni
fa, la legge 12 aprile 1943, numero 455. le malattie si manifestano
comunque a distanza di anni da quando vengono contratte. E la
prescrizione del reato di omicidio colposo inizia a decorrere dal
momento del decesso.
Il giornale di Sicilia
10 maggio 2014
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento