Una strage silenziosa che vede la Sicilia fra le regioni più
colpite. La conta dei morti sul lavoro continua implacabile e pone l’Isola al
sesto posto, insieme con la Puglia, fra le regioni italiane e seconda fra
quelle del Mezzogiorno, secondo i dati Inail elaborati da Vega Engineering fino
al settembre di quest’anno. In nove mesi in Sicilia hanno perso la vita 38
lavoratori. Se si considera il loro numero in relazione a quello degli
occupati, l’Isola è quinta in Italia per mortalità nei luoghi di lavoro. Numeri
che negli ultimi anni non accennano a diminuire e che vedono il settore
dell’edilizia come quello più colpito, seguito dalle attività manifatturiere e
dai trasporti. Sempre secondo l’Inail, nel 2015 in Sicilia si sono contati
oltre 28 mila infortuni sul lavoro. La provincia con la maggiore incidenza è
stata quella di Ragusa, la meno colpita Palermo. Ma le statistiche,
naturalmente, considerano solo infortuni e decessi regolarmente denunciati. E con
la crisi economica la situazione è peggiorata. “Le gare al massimo ribasso –
spiega Francesco Tarantino della Fillea Cgil (edilizia) – portano le imprese a
tagliare il più possibile sul costo del lavoro, sicurezza compresa. E poi in
tutta la Sicilia ci sono non più di 200 ispettori del lavoro, mentre ne
servirebbero almeno 500. Colpa dei tagli che si sono susseguiti nelle ultime
Finanziarie regionali”. Nel settore dei porti e dei cantieri, secondo
Sebastiano Calleri, responsabile sicurezza della Cgil nazionale, “si registra
un altissimo numero di incidenti di elevata gravità”.
La repubblica 30 nov. 16
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