Il nodo Palermitano della Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro con questo blog intende creare uno spazio libero di informazione di classe aperto a tutti coloro che ((consapevoli della continua strage di lavoratori morti sul e per il lavoro)) vogliano contribuire alla lotta -- BASTA MORTI E INFORTUNI IN NOME DEL PROFITTO T -- PADRONI ASSASSINI PAGHERETE CARO . PADRONI ASSASSINI PAGHERETE TUTTO -- per un contatto diretto 338-3342733 o 338- 7708110 oppure retesicurezzalavorosicilia@gmail.com

martedì 7 gennaio 2014

SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS! "LETTERE DAL FRONTE" DEL 07/01/14

Marco Spezia
SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 07/01/14

INDICE

Gino Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE M5S SU BACIACAVALLO

Grillo Giuseppe grillo@macchinistiuniti.it
BUON'ANNO DI LOTTA

Aldo Mancuso aldo.man@tin.it
EPIDEMIOLOGIA, LAVORO, GIUSTIZIA

Clash City Workers cityworkers@gmail.com
VIAGGIO NELLA GRANDE DISTRIBUZIONE: INTERVISTA A UNA LAVORATRICE INDITEX DI MILANO

Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno@gmail.com
PER L'UDIENZA DELL'8 GENNAIO E L'INIZIATIVA DELL'11 GENNAIO

Bastamortesullavoro bastamortesullavoro@gmail.com
RIUNIONE CONVEGNO RETE NAZIONALE A TARANTO

Senzapatrianews anarres56@tiscali.it
RIFORMA FORNERO: SE BASTASSE UNA FIRMA PER CANCELLARLA...

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From: Gino Carpentiero ginocarpentiero@teletu.it
To:
Sent: Friday, January 03, 2014 11:08 PM
Subject: INTERROGAZIONE PARLAMENTARE M5S SU BACIACAVALLO

Ricevo da Adriana Pagliai adrianapagliai@yahoo.it e vi giro.
L’inceneritore di fanghi tossici di Baciacavallo (Prato) arriva in Parlamento sottoforma di interrogazione del gruppo M5S alla camera.
Saluti
Gino Carpentiero
Sezione Pietro Mirabelli
Medicina Democratica Firenze

Il nostro portavoce alla Camera, Samuele Segoni, ha depositato prima di Natale, un’interrogazione a risposta scritta in merito alle emissioni inquinanti dell’inceneritore di fanghi industriali di Baciacavallo.
Qua il link all’interrogazione, più sotto il testo con l’elenco dei firmatari:

ATTO CAMERA
Interrogazione a risposta scritta 4/03044
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 143 del 21/12/13
Primo firmatario: Segoni Samuele
Gruppo: Movimento 5 Stelle
Data firma: 21/12/13
Ministero destinatario:
Ministero della salute
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare
Attuale delegato a rispondere: Ministero della Salute delegato in data 21/12/13
Stato iter: in corso
Sabato 21 dicembre 2013, seduta n. 143
Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Premesso che:
-         a Prato esiste il più grande inceneritore di fanghi industriali d'Italia, che fa parte dell'impianto di Baciacavallo gestito da Gida spa;
-         le indagini epidemiologiche ad oggi eseguite hanno rilevato una maggiore incidenza tumorale nei residenti nell'area circostante l'impianto;
-         nel 2007 è stato riscontrato dall'istituto zooprofilattico di Roma, un livello di diossine oltre 11 volte il limite al momento in vigore (46,2 ng/kg di PCDD/F-PCB - WHO TEQ a fronte di un limite di 4 ng/kg) in un pollo ruspante allevato a circa 700 metri dall'impianto;
-         questo campione era stato individuato come riferimento (“bianco”) nel corso delle indagini su matrici biologiche effettuate dall'ASL di Pistoia a seguito del doppio superamento dei limiti per emissioni di diossine nell'inceneritore di Montale e proprio questo campione risultò quello più fortemente contaminato fra gli oltre 40 campioni analizzati nel corso della suddetta indagine;
-         la provincia di Prato, su segnalazione degli organi di controllo (ARPAT), ha emesso negli anni numerose diffide nei confronti di Gida spa, gestore dell'impianto, che ha costantemente disatteso le prescrizioni contenute nell'autorizzazione integrata ambientale: in particolare sono state disattese le prescrizioni relative allo SME (sistema di monitoraggio degli inquinanti in continuo);
-         Gida spa, il gestore dell'impianto, ha chiesto e ottenuto dalla provincia stessa di non misurare il parametro dell'HCL (acido cloridrico), che è inquinante molto importante per quanto concerne gli inceneritori di fanghi industriali, quale quello di Baciacavallo, in quanto è un precursore dell'esaclorobenzene (HCB), sostanza tossica persistente che rientra fra i 12 POPs (Persistent Organic Pollutant) identificati e messi al bando dalla Convenzione di Stoccolma già nel 2001 per le gravi conseguenze per la salute umana e per l'ambiente che la loro esposizione comporta;
-         si è costituita un'associazione senza scopo di lucro VAS (Vita Ambiente Salute) che sulla base di esperienze fatte anche in altre località italiane interessate da insediamenti industriali o inceneritori (quali ad esempio Taranto, Forlì, Ravenna) e col supporto scientifico della Associazione onlus di Medicina Democratica nazionale, ha raccolto i fondi per effettuare analisi su campioni di polli allevati nell'area di ricaduta dell'inceneritore di Baciacavallo in un raggio massimo di 2 chilometri e che tutti e tre i campioni sono risultati positivi, ovvero sopra i limiti imposti dalle normative per la sicurezza alimentare: considerato anche il campione del 2007, il 100 per cento dei campioni esaminati risulta gravemente contaminato per presenza di diossine e furani (PCDD/F) e PCB diossino simili; in tutti i campioni si riscontra inoltre presenza di HCB, che nel campione 1 raggiunge valori oltre 4 volte superiori a quelli mediamente riscontrati in indagini analoghe;
si richiede:
-         se non ritengano opportuno commissionare, anche all'Istituto superiore di sanità, una seria indagine epidemiologica sulla popolazione residente a scalare, la prima entro un raggio di 1,5 chilometri da Baciacavallo, poi entro 3 chilometri, quindi entro 5 chilometri ed infine entro 10 chilometri;
-         se non ritengano opportuno effettuare tali analisi sulla popolazione sia maschile che femminile, ricercando oltre al tumore al polmone, anche linfomi, cancro al fegato e alla mammella, malattie della tiroide, diabete e danni al sistema immunitario, emopoietico e riproduttivo.

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From: Grillo Giuseppe grillo@macchinistiuniti.it
To:
Sent: Saturday, January 04, 2014 11:16 PM
Subject: BUON'ANNO DI LOTTA

La lunga marcia continua...
-         FERROVIE, MACCHINISTA UNICO: INDAGATO L’AD DI TRENITALIA

-         FERROVIE: MACCHINISTA UNICO, SALE A 7 IL NUMERO DEGLI INDAGATI A ROMA


La domanda è:
come si concilia l'organizzazione del lavoro dei treni condotti dal "macchinista solo" con l'obbligo datoriale delle imprese ferroviarie, sia pubbliche che private, di assicurare un "soccorso qualificato" su tutti i punti della rete ferroviaria nei tempi più rapidi possibili (articolo 4 del Decreto interministeriale 19/2011 di cui all'articolo 45, comma 3 del D.Lgs.81/08)???
Bisogna far rispettare la volontà del Legislatore!!!!!!

"Chi dice la Verità, prima o poi verrà scoperto".
O. Wilde

"Ero un combattente che non ha avuto fortuna nella lotta immediata, e i combattenti non possono e non devono essere compianti quando essi hanno lottato non perché costretti, ma perché così essi stessi hanno voluto consapevolmente".
A. Gramsci

Se un "macchinista solo" durante la condotta del treno fosse colto da malore improvviso in una galleria, su un viadotto, su linee ferroviarie inaccessibili alle auto, ecc., come verrebbe soccorso e in quanto tempo?
Se ci fosse la concomitanza del malore del "macchinista solo" e del malore di qualche viaggiatore in tali circostanze come si organizza il soccorso?
Se ci fosse la concomitanza del malore del "macchinista solo" e un'avaria alla locomotiva in galleria, su un viadotto, ecc., il capotreno che non sa né condurre il treno né operare sul mezzo di trazione, come gestirebbe il tutto e magari anche eventuali crisi di panico dei viaggiatori?
L’esigenza di avere un unico macchinista alla condotta del treno è dettata dalla necessità di avere più concorrenza? Di dare alle Imprese Ferroviarie, sia pubbliche che private, più competitività? Le regole della concorrenza e della competitività possono “forzare” diritti inalienabili e indisponibili?
Qui non si tratta di essere i custodi del Tempio, di difendere privilegi inesistenti. Si tratta dell'inalienabile Diritto alla salute di ogni "macchinista solo" durante l’attività lavorativa che, nella fattispecie, diventa inevitabilmente un diritto collettivo.
Vedi anche:
-         RIFLESSIONI SULLA GESTIONE DELLE PROCEDURE DI PRONTO SOCCORSO AZIENDALE PER GLI OPERATORI A BORDO TRENO

-         CONVEGNO SINDACATO ORSA A URBINO SU SICUREZZA DEI FERROVIERI E VIAGGIATORI 

-         MACCHINISTA SOLO E SICUREZZA, RIFLESSIONI DI UN RLS
-         SICUREZZA E DIRITTI INDISPONIBILI DEI LAVORATORI: LETTERA APERTA DI UN RLS IN TRENITALIA

-         I PERICOLI DEI TRENI CONDOTTI DA UN SOLO MACCHINISTA

-         UN RLS DI TRENITALIA SCRIVE A GUGLIEMO EPIFANI


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From: Aldo Mancuso aldo.man@tin.it
To:
Sent: Sunday, January 05, 2014 5:14 PM
Subject: EPIDEMIOLOGIA, LAVORO, GIUSTIZIA

Buon anno.
Aldo Mancuso

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OGGETTO: HELP PER STUDIO EPIDEMIOLOGICO ALLA CASARECCIA
Caro Vincenzo,
su temi di epidemiologia (salute collettività) sono molto incuriosito e molto disponibile! Oltre ad avere una discreta esperienza.
Primo consiglio: invece che epidemiologia fai-da-te ed “alla buona” (ha già molti limiti quella “cattiva” ed istituzionale) dire di utilizzare  il poco tempo libero nel pretendere (e controllare) che sia fatta quella “buona” a costo e tempi (quasi) zero.
Alcune istituzioni (servizi epidemiologici dell’Associazione Salute, Asl, Comune) sono già pagate allo scopo e possono usare subito i dati sanitari correnti (mortalità e morbilità).
Per accelerare i tempi direi di parlarne direttamente
Un caro saluto e Buon 2014!

Valerio Gennaro
Medici per L’Ambiente (ISDE, Genova)
Dipartimento terapie oncologiche integrate

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SAMBA SALUTE SICUREZZA SUL LAVORO AMBIENTE
L'EPIDEMIOLOGIA PER IL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE: LA PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO
Poche cose rozze, schematiche, anarchiche (etimo, senza governo: non abbiamo bisogno di governare il rischio lavorativo, ma di azzerare il danno che produce).
Quale Epidemiologia per la Prevenzione di Infortuni e Malattie da Lavoro? Ovviamente, quella utile a conoscerli meglio al fine di contrastarli (senza amnesie sospette: non è certo il deficit conoscitivo il fattore determinate della loro "produzione" ma la tensione "naturale" e assoluta per il profitto che caratterizza il sistema capitalistico).
E' utile mantenere l'analisi sul piano generale (la Società che si interroga su tutte le malattie e gli infortuni da lavoro che produce) o è meglio rifuggire da ogni genericità e ancorarsi ad un piano specifico, che ci riguarda più direttamente, che è quello della prevenzione di infortuni e malattie imputabili al "modo di produzione esistente" nei suoi rapporti con il quadro normativo Costituzionale?
Mi pare che non possano esservi dubbi: l'Epidemiologia utile ai Servizi Pubblici di Prevenzione Primaria è quella che porta elementi di Conoscenza su Infortuni e Malattie da Lavoro "illeciti" (quelli del lavoratore autonomo, del datore di lavoro, dell'artigiano senza dipendenti sono "leciti"…), che indirizza "l'agire" dei Servizi e contribuisce a fornire strumenti validi per la verifica di efficacia del servizio pubblico di controllo ("epidemiologia applicata" per operatori, non per meri ricercatori-carrieristi della scienza …).
Il fine essenziale, credo, debba necessariamente essere la conquista di un paradigma preventivo privo di eccessi di astrattezza, nel quale sia evitato il rischio di ridurre i Servizi di Prevenzione a mere Agenzie di Studio e Ricerca, e l'analisi epidemiologica sia correttamente utilizzata nel duplice ruolo di fornitore di conoscenze su rischi e danni da lavoro e metodologia di verifica e controllo delle procedure e dei processi utilizzati.
E' certo utile non dimenticare che c'è un confine netto tra epidemiologia del rischio (fondamentale ai fini della prevenzione primaria) e epidemiologia del danno, ma il confine che più ci deve interessare mi pare sia quello per cui i dati di conoscenza (che derivano dalla ricerca epidemiologica ma non solo...) devono prioritariamente essere utilizzati per definire entità e modalità operative dei Servizi Pubblici di Prevenzione Primaria sul Lavoro.
Detto in altro modo, interrogarsi sul ruolo dell'Epidemiologia nella Prevenzione di infortuni e malattie da lavoro ha un primo approdo inevitabile: l'obbligo di definire con criteri obiettivi la consistenza (l'organico) e il modello di organizzazione del lavoro nei PISSL.
In altro modo ancora, le compatibilità di bilancio come limite alla composizione dei PISSL (ma anche di tutto il Servizio Sanitario Pubblico) è una sciocchezza, e non é l'unica: anche la "sacrale decisione" di rendere indiscutibile il modello organizzativo verticale-gerarchico lo è.
Con queste due sciocchezzuole bisogna fare i conti: fino a quando non si legheranno i dati di conoscenza sul rischio lavorativo alla strutturazione dei PISSL, non saremo sulla strada della Ricerca Epidemiologica utile per La Prevenzione efficace (corrette strategie politiche di prevenzione primaria pubblica), ma rischiamo di fare altro: accademia, retorica o, peggio, appoggio a politiche di Sanità pubblica palesemente truffaldine (francamente, a proposito di sciocchezzuole, ascrivere al Club di Roma il merito di porre in primo piano il controllo di efficacia sulle attività preventive non scherza...).
La Prevenzione è un bene in sé. Il “controllo” serve a capire se la stiamo facendo oppure no.
Fare buon uso di dati ben raccolti e disporre di efficaci sistemi di valutazione sono presupposti indispensabili per far funzionare il Sistema Prevenzione ma, in assenza di un rapporto di congruenza tra Rischio Lavorativo e Risorse deputate al suo controllo, il castello si rivela per quello che è: un simulacro di carta.
Se è arduo definire indicatori di efficacia in assenza di un nitido quadro di riferimento su rischio lavorativo, risorse e loro utilizzo, la questione diventa un vero e proprio rebus irrisolvibile se si assumono, quale finalità dei PISSL, obiettivi parziali: l’obiettivo di ridurre percentualmente infortuni e malattie da lavoro causate dalla negazione della normativa di sicurezza e salute è idiota in sé, eticamente insostenibile (il diritto al lavoro sicuro solo per una parte dei lavoratori) e priva di ogni valore le stesse valutazioni di efficacia.
Non tutti gli obiettivi sono validi: azzerare gli infortuni gravi e mortali causati da omessa applicazione delle norme di tutela dei diritti dei lavoratori è obiettivo inevitabile per i PISSL.
Non è facile dare significato alla verifica di obiettivi parziali: che senso ha assumere quale indicatore di risultato efficace (di qualità?) la verifica della riduzione percentuale degli infortuni e delle malattie da lavoro?.
Alla corretta individuazione del rischio lavorativo deve necessariamente corrispondere la quantità e qualità di risorse adeguate (utili a contrastare il rischio lavorativo noto), correttamente utilizzate (efficacia del modello di Organizzazione Del lavoro dei Servizi; OdL antitetica all’Organizzazione autoritaria gerarchica verticale stile caserma...).
La discussione sul ruolo dell'Epidemiologia nei Servizi, inoltre, non è svincolabile da una considerazione a margine: l'azione del Servizio di Prevenzione prescinde dalle motivazioni che inducono l'imprenditore a produrre rischio lavorativo anziché sicurezza: qualsiasi modo il PISSL usi (anche al fine di applicare i risultati della Ricerca epidemiologica), l'obiettivo da conseguire resta chiaro: la rimozione del rischio lavorativo (è quest'azione, in tutte le sue articolazioni, che garantisce la tutela pubblica dei diritti dei lavoratori).
Che ciò avvenga con strumenti a costo aggiunto per l'impresa (il costo amministrativo della Prescrizione) o senza (con gli strumenti dell’informazione, assistenza, disposizione come in Emilia ecc.), NON MUTA il senso della relazione Impresa-Servizio di Prevenzione.
In altre parole: continua ad essere una chiara bufala la distinzione, così di moda, dei Servizi pubblici di PISSL in Preventivi o Repressivi (il produttore di sicurezza o di rischio lavorativo resta comunque l'Impresa, con la quale i Servizi entrano in relazione al fine esclusivo di tutelare i diritti dei lavoratori).
E' cattivo uso dello strumento epidemiologico motivare il suo ingresso nella Prevenzione con l'ipotetico cambio di paradigma operato dal decreto legislativo "626".
Tentare di cambiare i connotati della Prevenzione pubblica (dell'organo di controllo) sostenendo la nuova titolarità esclusiva del Datore di lavoro (come modifica di sistema operata dal "626"), ci porta fuori strada: l'interpretazione "originale" che ne deriverà, tenterà di ridurre (stiamo già assaporando qualche frutto …) i Servizi a meri Osservatori, Fornitori di Informazione, Formazione, Consulenza e Assistenza, e farà dell'imprenditore il domino della decisione sui livelli di sicurezza da garantire, reintroducendo di fatto e surrettiziamente il principio della fattibilità economica nella tutela della salute dei lavoratori.
I Servizi di Prevenzione pubblica rimangono tali anche dopo il "626" ed hanno la necessità vitale di utilizzare (anche) lo strumento epidemiologico (cos'è la "storica" invocazione della Territorialità dei Servizi se non la rivendicazione di una relazione stretta tra Servizi e Territorio, utile a favorire la conoscenza del rischio lavorativo al fine di tutelare con efficacia i diritti dei lavoratori?).
L'Innovazione del "626" (che c'è, indubbiamente) consiste essenzialmente in un atto di sfiducia -totalmente motivata- nell'Impresa: i grandi numeri di infortuni e malattie da lavoro sono macigni che hanno un solo significato, la conoscenza preventiva dei rischi lavorativi è insopportabilmente trascurata dall'imprenditore, da qui l'obbligo introdotto dalla nuova norma della VALUTAZIONE-DOCUMENTO.
Come interpretare il tentativo immancabile (feroce...) di far ricadere sul lavoratore la COLPA del suo infortunio se non come fuga (verso l'impunità) dall'obbligo di far conoscere i rischi lavorativi (tecnici, organizzativi - da organizzazione del lavoro - procedurali...) ai lavoratori?
Da qui l’obbligo di "Rendere edotti" della normativa degli anni ’50 che si trasforma in FORMAZIONE CON ONERE DI RISULTATO (senza stravolgere la cornice costituzionale nella quale si inscrive l'esercizio della libertà economica dell'impresa con il limite tassativo della tutela della Dignità del lavoratore dipendente...).
Trasformare questo puntuale atto di sfiducia (nuova normativa) in indirizzo di disimpegno dell'organo di prevenzione e controllo non è in linea con l'uso efficace dello strumento epidemiologico.
Lo è - moltissimo - con la deriva "materialmente istituzionale" di tutti gli Organi di Controllo di questo paese: il Fallimento Programmato!
Che si tratti di tasse, cibo, aria, acqua, farmaci, salute dei lavoratori, dei cittadini, dell'ambiente, gli organi di controllo hanno come destino fatale il fallimento, sempre e solo per lasciare in pace l'impianto produttivo e sociale - lo stile di vita, come dicono i modernizzatori più raffinati - del capitalismo sempre più assoluto e sempre più imbecille (poteva produrre forse altro l'esaltazione degli spiriti animali come motore del mondo?).
Indirizzare il dibattito sull'uso dell'epidemiologia nella Prevenzione e tutela dei diritti dei lavoratori verso una fumosa caratterizzazione collaborazionista dei Servizi non potrà che incentivare la deriva mistificatoria di Servizi pubblici di controllo che...non controllano nulla, per disturbare sempre meno il manovratore della competizione capitalistica globalizzata.

Aldo Mancuso
Giugno 2001

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LAVORO E GIUSTIZIA
Il 21 settembre il giudice (GUP) ha rigettato la richiesta di processare Luigi Carpentiero, medico del Lavoro accusato di abuso d’ufficio: un Datore di Lavoro si è lamentato dei controlli effettuati dal (legittimo) Controllore (Salute e Sicurezza dei Lavoratori) e l’Ufficio del Pubblico Ministero fiorentino, dopo averlo sottoposto ad indagini, ha chiesto il Rinvio a Giudizio dell’operatore del PISLL.
Gino Carpentiero, oltre a professionalità e deontologia irreprensibili, vanta una particolarità: è uno dei rari medici dell’organo di controllo che invece di coordinare, organizzare, incontrare, riunirsi, controllare (i “subordinati”...), dirigere, indirizzare, migliorare, informare, insegnare, formare...partecipa all’attività di vigilanza ed ispezione.
Rilevarlo è paradossale: cosa ci stanno a fare i Medici nel PISLL se non per fare i controlli ? (in fabbriche cantieri uffici scuole ospedali ferrovie tram bus banche finanziarie supermercati negozi mense ristoranti...in ogni luogo dove ci sono lavoratori dipendenti).
La Sacralità del Principio del Premio alle Eccellenze (Premiare i Migliori!) aggiunge paradosso a paradosso, imponendo che i medici del PISLL - Eccellenti a Prescindere, come tutti i Medici - guadagnino il doppio-triplo degli operatori tecnici: fanno forse il doppio-triplo dell’attività di vigilanza e controllo dei tecnici (qualità, quantità)? No! Il marchio dell’eccellenza non è dato dall’attività (“sporcarsi le mani con la Repressione di chi viola i Diritti dei Lavoratori? ma stiamo scherzando?”): l’Operatore Medico eccelle solo nella capacità di Occupare i Vertici del Servizio (per gestirlo sotto la direzione-comando di chi distribuisce il potere nella pubblica amministrazione: la politica (“armiamoci e partite”, e soprattutto: obbedite!...chi non ubbidisce è punito...).
Ci guadagna l’Organo di Controllo dei Diritti dei Lavoratori? Un’altra volta No! I medici (senza sorprese, vista la “filiera” che li genera...) sono tenaci assertori di una tesi sguaiata: la Missione del PISLL non è quella di esercitare volgari Funzioni di Controllo  sanzionando chi viola la Legge ma santificare la Prevenzione con dosi massicce libere e gratuite di Informazione e Formazione...
PAGARE IN MODO DIFFERENZIATO CHI FA LO STESSO LAVORO: CHE CI AZZECCA CON LA COSTITUZIONE?
Il Pilastro dei Regimi Autoritari (la Disuguaglianza...) e il Principio Costituzionale (ad Uguale Lavoro Uguale Reddito) sono forse intercambiabili?
Si applica la Costituzione Santificando l’ Organizzazione Autoritaria Gerarchica del Lavoro? (...chi comanda qui?).
Che ci azzecca La Costituzione antifascista con il Mercato ipocrita dei Meriti dei Migliori e dei Torti dei Peggiori/Ultimi?
Si può affermare il Buon Andamento degli Organi Pubblici di Controllo (tutti...), sostituendo l’Autonomia con la Gerarchia, l’Indipendenza con la Subordinazione?
Con simili rovesciamenti da saltimbanchi il potere (politico, amministrativo, partitico, sindacale, imprenditoriale, militare, economico, finanziario, organizzativo, gestionale, editoriale, stampa, TV...) azzera Autonomia e Indipendenza degli Organi di Controllo? cancella la Divisione dei Poteri? favorisce la Corruzione? deride la Costituzione?
L’Organizzazione Gerarchica del Lavoro (il Mercato del Lavoro...) Afferma/Applica I Diritti dei Lavoratori della Costituzione o Protegge Datori di Lavoro e Dirigenti Fuorilegge?
Il passaggio dal fascismo all’antifascismo, mantenendo vivo il culto fascista dell’organizzazione gerarchica della vita e del lavoro, ha la funzione di non disturbare vecchi e nuovi padroni?
Il rigetto della richiesta di rinvio a giudizio di Gino Carpentiero testimonia la presenza di un “Giudice a Firenze”: il rischio che diventi consuetudine processare i Controllori anziché Datori di Lavoro e Dirigenti autori delle violazioni (Lavoro Assassino...) si può, si deve, scongiurare.
Basta la lotta contro l’emarginazione dei “Controllori che Controllano”; basta lottare per evitare la solitudine dei magistrati che onorano il giuramento di lealtà alla Costituzione antifascista del 1948.

Aldo Mancuso
CISL Federazione Università
25 ottobre 2011

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From: Clash City Workers cityworkers@gmail.com
To:
Sent: Sunday, January 05, 2014 8:01 PM
Subject: VIAGGIO NELLA GRANDE DISTRIBUZIONE: INTERVISTA A UNA LAVORATRICE INDITEX DI MILANO

Domenica 29 Dicembre 2013
In occasione della giornata di mobilitazione dell’8 dicembre contro le domeniche e i festivi lavorativi nella grande distribuzione, inauguriamo questa piccola rubrica “Viaggio nella Grande Distribuzione”.
Abbiamo pensato alcune domande per addentrarci nel mondo della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), in particolare per quanto concerne il reparto commercio, assieme ai lavoratori e le lavoratrici che hanno risposto e che decideranno di rispondere in seguito. Per cercare di capire meglio come la sfera lavorativa, le modifiche e peggioramenti a cui è sottoposta, vadano non solo a influire sulla nostra condizione lavorativa materiale, ma come modifichino la nostra stessa percezione e posizione sul luogo di lavoro. Non solo: ad essere modificata di riflesso è anche quella parte della nostra vita all’esterno del lavoro, quel “tempo libero” che ci viene sempre più derubato in “nome del profitto”.
E’ un tempo che ci viene estorto con il lavoro festivo e domenicale, ma anche con il ricatto di contratti precari che ci impongono di lavorare oltre l’orario ordinario e previsto, con dei contratti che prevedono turni che non lasciano spazio a tutto ciò che esiste fuori dal lavoro (hobby, passioni, talenti, famiglia).
Le interviste che abbiamo raccolto hanno tante differenze (azienda per cui si lavora, ruolo che si ha in azienda, tipo di contratto), ma sicuramente c’è un aspetto che le accomuna: la percezione che il tempo del lavoro inondi sempre più completamente ogni parte della nostra quotidianità, senza per questo darci ciò di cui abbiamo bisogno per condurre una vita almeno dignitosa. Così come le accomuna la viva consapevolezza che lottando e connettendo la propria esperienza con le altre orizzontalmente, si possa provare a migliorare la propria condizione lavorativa; che poi “propria” lo è meno di quanto si immagini.
Invitiamo quindi tutti i lavoratori e le lavoratrici della GDO a prendere parte a questa rubrica, scrivendoci per e-mail (cityworkers@gmail.com), contattandoci su Facebook, chiamandoci quando siamo in contatto.

PER CHI LAVORI E DOVE?
Per Inditex, multinazionale spagnola dell’abbigliamento, proprietaria di numerosi marchi (Zara, Bershka, etc), in un centro commerciale della provincia di Milano.
QUANTI DIPENDENTI SIETE? IN CHE PROPORZIONE SONO IMPIEGATI UOMINI E DONNE SUL TUO POSTO DI LAVORO?
Il numero di dipendenti varia da 9 a 13, a seconda dei picchi di vendita, mentre la proporzione donne uomini non è rilevante, dipende dai punti vendita.
CHE COSA CONOSCI DELL’ASSETTO SOCIETARIO DELLA TUA AZIENDA DI LAVORO?
In realtà poco, salvo che il management centrale del gruppo (Spagna) è comunque sempre molto presente nelle decisioni.
CHE LAVORO SVOLGI?
Sono responsabile del punto vendita.
CHE TIPO DI CONTRATTO HAI?
A tempo indeterminato.
LE MANSIONI CHE SVOLGI SONO PREVISTE DAL CONTRATTO?
Purtroppo non saprei dire se tutti i compiti che svolgo sono previsti contrattualmente; di sicuro l’impegno richiesto non è quello standard di 8 ore giornaliere ad orari regolari.
COM'E’ IL TUO CONTRATTO DAL PUNTO DI VISTA DELLE FERIE, DELLA MALATTIA, DEI PERMESSI?
Dal punto di vista ferie/permessi, vengono rispettati quelli previsti dal contratto e, considerando il lavoro festivo/domenicale arriviamo a circa 7 settimane annuali. La programmazione però è spesso legata alle esigenze dell’azienda.
PUOI INDICARMI CHE TIPO DI PERSONE E’ PIU’ FACILE INCONTRARE COME COLLEGHI LAVORANDO PRESSO LA GDO (ETA’ STATO CIVILE, TITOLO DI STUDIO, ECC.)? E’ POSSIBILE DELINEARE UN PROFILO PIU’ FREQUENTE DI ALTRI?
Nella mia azienda in generale si può parlare di giovani/giovanissimi, spesso alla prima esperienza lavorativa. Sul titolo di studio, dipende, va dai non diplomati a qualche studente universitario.
QUALI SONO GLI ASPETTI PEGGIORI DI QUESTO LAVORO, SECONDO TE?
La totale imprevedibilità dell’impegno lavorativo per quanto concerne orari, turni, giorni di lavoro e giorni di riposo In poche parole, l’impossibilità di qualsiasi tipo di programmazione extra lavorativa a medio/lungo periodo, anche nelle esigenze che sembrano più banali.
COME SAI IL DECRETO “SALVA ITALIA” VARATO DAL GOVERNO MONTI HA DI FATTO SOSTANZIATO QUELLO CHE I PRECEDENTI DECRETI AVEVANO MESSO IN CANTIERE: LA LIBERALIZZAZIONE DELLE APERTURE PER GLI ESERCIZI COMMERCIALI. COME E’ CAMBIATO IL VOSTRO MESE LAVORATIVO DOPO L’ENTRATA IN VIGORE DI QUESTO DECRETO?
In poche parole, che spiegano tutto, il mio centro commerciale, dunque il mio negozio, è aperto dalle 9 alle 22 trecentosessantadue giorni all’anno su trecentosessantacinque, concedendoci liberi solo Natale, 1 Gennaio e Pasqua.
IL VOSTRO CONTRATTO E’ STATO MODIFICATO DOPO IL DECRETO?
No.
COME INFLUISCE SULLA VOSTRA VITA QUOTIDIANA IL POTERE CHE LE AZIENDE HANNO NEL DETERMINARE ORARI DI APERTURA E CHIUSURA DEGLI ESERCIZI COMMERCIALI?
Più che influisce, impone. Ahimè, non ci resta che adeguarci.
PENSI CHE LE DONNE NE RISENTANO IN MISURA MAGGIORE IN RELAZIONE A EVENTUALI RIPERCUSSIONI SULLE RELAZIONI FAMILIARI E SOCIALI?
Ovviamente sì.
ESISTONO I SINDACATI NELLA TUA AZIENDA? SE SÌ, QUALI? CHE RAPPORTO HANNO CON VOI, CHE FUNZIONE SVOLGONO? CHE POSIZIONE HANNO ASSUNTO RIGUARDO ALLA QUESTIONE DELLE APERTURE DOMENICALI?
A livello aziendale so che in altri marchi del gruppo esiste una qualche forma di sindacalizzazione; nel mio caso, nella mia catena non esiste alcuna forma di sindacalizzazione.
LA SITUAZIONE DELLA GDO, SEPPUR PECULIARE, E’ ESTREMAMENTE GENERALIZZATA: L’ALLUNGAMENTO DELL’ORARIO DI LAVORO SENZA ADEGUAMENTI SALARIALI O CAMBIAMENTI CONTRATTUALI E’ UNA COSTANTE A PARTIRE DA QUELLO CHE POSSIAMO DEFINIRE “L’APRIPISTA” MARCHIONNE CON LA FIAT. CHE RISPOSTA GENERALE SU QUESTO PIANO I LAVORATORI E LE LAVORATRICI POSSONO DARE?
In questo momento, vista la mia esperienza, mi riesce difficile persino parlare di “risposta possibile” dei lavoratori.
SE TI DICESSIMO “LAVORARE TUTTI, LAVORARE MENO E A PARITA’ DI SALARIO E DIRITTI”, COSA PENSERESTI? RITIENI POSSANO ESSERE TRA LE PAROLE D'ORDINE UNIFICANTI PER TUTTE LE LOTTE PRESENTI SUL TERRITORIO NAZIONALE?
Assolutamente sì.
SPERI DI LIBERARTI DA QUESTO LAVORO? SE SI’, QUANDO PENSI CHE POSSA REALISTICAMENTE ACCADERTI DI TROVARE UN LAVORO MIGLIORE?
Per la mia esperienza, il punto non è trovare un lavoro migliore, e persino meglio retribuito. Le aspettative comuni credo siano piuttosto quelle di avere una condizione lavorativa più “dignitosa”, intesa come ritmi più bassi, più sostenibili, giornate e settimane organizzabili, ecc. Una diversa organizzazione del lavoro, e di conseguenza della vita, insomma.
SE CI FOSSE UN SUPPORTO DALL'ESTERNO, CHE DIMOSTRASSE DI ESSERE DETERMINATO A SOSTENERVI DURANTE UNA VERTENZA, CREDI CHE LA SITUAZIONE CAMBIEREBBE IN MEGLIO? IN QUALI CONDIZIONI, INVECE, TI SENTIRESTI STRUMENTALIZZATO?
Quello che penso, parlando da persona che in ogni caso ha un qualche “background” politico, è che ogni forma di supporto esterno sarebbe utile, sebbene va tenuto in conto che dal mio punto di vista non si tratta di “sostenere” le lotte, ma che, visto il punto in cui ci troviamo ci sia bisogno di fare un ulteriore passo indietro, ricominciando dal creare una qualsiasi forma di “coscienza” nei lavoratori, visto che al momento questa è pressoché nulla, purtroppo. Può essere brutto dirlo, ma la mia esperienza vede le lotte solo come un passo successivo.

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From: Assemblea 29 Giugno assemblea29giugno@gmail.com
To:
Sent: Sunday, January 05, 2014 10:02 PM
Subject: PER L'UDIENZA DELL'8 GENNAIO E L'INIZIATIVA DELL'11 GENNAIO

Mercoledì 8 gennaio ore 09.30 riprende il processo per la strage ferroviaria di Viareggio.
Udienza importante per il fatto che si decide se il collegio giudicante del processo potrà continuare oppure no, come hanno richiesto gli avvocati degli imputati/rinviati a giudizio.
Per Viareggio l'appuntamento è alle ore 08.15 nel parcheggio "Pam" sotto il cavalcaferrovia.
Sabato 11 gennaio dalle ore 16.00 iniziativa a Lucca in Piazza San Michele. Informazione e proiezione di video sulla strage ferroviaria del 29 giugno 2009.
Vi preghiamo di propagandare l'iniziativa per la sua importanza.

Assemblea 29 Giugno

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From: Bastamortesullavoro bastamortesullavoro@gmail.com
To:
Sent: Monday, January 06, 2014 6:05 AM
Subject: RIUNIONE CONVEGNO RETE NAZIONALE A TARANTO

RIUNIONE CONVEGNO RETE NAZIONALE A TARANTO - COMUNICATO INVITO

Sabato 11 gennaio a Taranto si tiene la riunione convegno della Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio.
La riunione convegno si tiene in due parti.
PRIMA PARTE
La prima parte, che si tiene alla Biblioteca Comunale di Taranto (piazzale Bestat) dalle 9.30 alle 13, ha al centro il processo nazionale probabilmente più importante degli ultimi anni sul tema.
Un processo di rilevanza nazionale e internazionale, che va oltre i processi importanti alla ThyssenKrupp ed Eternit e in un certo senso riassume e compendia tutti i processi in questa materia che si sono svolti e si svolgono in tutti i tribunali italiani: il processo a Padron Riva e al suo sistema che ha prodotto morti sul lavoro e da lavoro e inquinamento in fabbrica, nei quartieri popolari, in una intera città...processo che comincerà probabilmente prima dell'estate o al massimo dell'autunno.
La Rete nazionale si impegnerà ad essere il terminale unitario, agente e organizzato, locale e nazionale, di questo processo ai padroni assassini, alla nocività del capitale, allo stato e ai governi dei padroni, al sistema di leggi e controlli in materia di sicurezza e salute dei lavoratori e cittadini che hanno prodotto questa realtà.
Un processo giudiziario, ma anche politico e sistemico, il cui sviluppo non va lasciato nelle aule dei tribunali e agli addetti ai lavori, ma bisognerà farne innanzitutto un processo popolare, attraverso la costituzione di parte civile in forma associata gratuita e di massa di operai, lavoratori, cittadini dei quartieri colpiti, che possa permettere alle masse di pesare, esprimere la loro voce e ottenere un risarcimento di ogni genere e e tipo.
Per questo  l'assemblea al mattino vedrà la presenza dell'avvocato Bonetto di Torino, che sulla scorta dell'esperienza dei processi Thyssenkrupp ed Eternit, discuterà con operai e cittadini, la piattaforma e il metodo che possano essere applicati alla costituzione di parte civile a questo processo.
All'assemblea saranno presenti anche i rappresentanti della rete di nord, centro e sud.
All'assemblea sono invitate tutte le realtà cittadine attive in fabbrica e in città
SECONDA PARTE
La seconda parte, dalle 15 in poi, che si svolgerà in altra sala e sempre in forma aperta, farà il punto del lavoro della RETE su scala nazionale con i rappresentanti di nord, centro e sud per dare continuità a questa attività per il nuovo anno, in ogni ambito della lotta, e deciderà il piano di azione dei prossimi mesi che prevede, oltre i processi, manifestazioni in tutto il paese su questi temi, tra cui assume una rilevanza particolare quella da organizzare nel corso dell'anno a Prato, divenuta anch’essa una capitale delle stragi di lavoratori da profitto del capitale

Per informazioni tecnico-logistiche sulla partecipazione e per materiali:
Bastamortesullavoro
telefono 347 11 02 638

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From: Senzapatrianews anarres56@tiscali.it
To:
Sent: Monday, January 06, 2014 12:04 PM
Subject: RIFORMA FORNERO: SE BASTASSE UNA FIRMA PER CANCELLARLA...

6 gennaio 2014
In quanto militanti dell’Unione Sindacale Italiana non nutriamo alcuna fiducia nelle istituzioni e nelle petizioni popolari che delegano ai professionisti della politica (o del sindacato) il compito di risolvere il problema in oggetto: facendo strame del progetto iniziale.
In quanto fautori dell’azione diretta – solidale, mutualistica ed autogestita dal basso dai lavoratori stessi – riteniamo che tale strategia sia illusoria e perdente.
Illusoria perché si illudono i lavoratori facendo perder loro tempo prezioso che potrebbe essere utilizzato più proficuamente per mettere in campo iniziative ben più pregnanti e realmente incisive sul territorio.
Perdente perché ogni qual volta il “popolo sovrano” ha delegato ai professionisti delle “larghe intese” e dei “grandi imbrogli” il compito di legiferare su questioni dirimenti è stato sempre gabbato.
Nonostante questa premessa abbiamo deciso ugualmente di incoraggiare l’iniziativa promossa da “oltre 150 RSU contro la riforma Fornero” in quanto, in un clima di, sostanziale, “disarmo” sociale, ci sembra l’unica iniziativa finalizzata alla realizzazione di una opposizione sociale omogenea e  (come si sarebbe detto un tempo) di classe.
Senza, però, farci eccessive illusioni sulla reale presa di coscienza che una simile iniziativa possa stimolare. Nella piena consapevolezza che l’emancipazione sociale dalla schiavitù del lavoro salariato può avvenire solo ad opera dei lavoratori stessi i cui interessi sono, specularmente, opposti a quelli dell’impresa e del capitale al quale si strizza l’occhio (nel documento) invocando “maggiore produttività” che, secondo gli estensori del documento, sarebbe “a rischio” con la piena operatività della riforma Fornero: una finalità, quest’ultima, dalla quale ci dissociamo poiché lontana anni luce dalla prospettiva della eliminazione (su scala globale) dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Un obiettivo che nessuna petizione al mondo potrà mai perseguire dal momento che i padroni non “caleranno mai le braghe” per paura di una...firma apposta in calce ad un documento.
Per quanto “rivoluzionario” esso sia.
UNIONE SINDACALE ITALIANA – AIT Puglia

Per adesioni, informazioni e richiesta moduli indirizzare ai seguenti recapiti:
telefono 335 76 32 219
Facebook : “RSU CONTRO RIFORMA FORNERO”

Le firme raccolte vanno inviate con posta elettornica, previo “scanner” all’indirizzo:
o spedite per posta ordinaria all’indirizzo seguente:
RSU CGT SpA all’att.ne di Saverio Guipponi, strada Provinciale 121, Carugate 20061 Milano.

A seguire il testo della petizione.

APPELLO AI CITTADINI, ALLE RSU, AI DELEGATI, AI LAVORATORI E ALLE LAVORATRICI, ALLE ISTITUZIONI E AI SINDACATI.
LA LEGGE FORNERO SULLE PENSIONI È SBAGLIATA, DANNOSA PER I LAVORATORI E IL PAESE.
Essa sta provocando disastri sulle condizioni dei lavoratori che non riescono più ad andare in pensione, sui giovani che, anche per questo motivo, non entrano nel mondo del lavoro, sulla produttività delle imprese che sono bloccate nella possibilità di attuare il dovuto ricambio generazionale.
Il sistema previdenziale oggi si fonda su una solidarietà a rovescio: pagano di più e godono meno dei benefici i lavoratori a basso reddito e i precari.
La politica del fare pagare i costi della crisi ai pensionati e ai lavoratori, sen

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